Tram 8, pomeriggio di venerdì. Rimugino su me stessa, sul mio destino, sulla mia vita, su quello che è successo e quello che non è successo. Penso a una frase sentita ieri sera: la felicità dipende per il 50% da predisposizione genetica, per il 10% da quello che accade e per il 40% dal nostro impegno e consapevole lavoro per essere felici.
Davanti a me, su due sedili affiancati, il mio sguardo viene catturato da un gruppo familiare. Mamma africana, una bambina seduta a fianco, un bambino in braccio, la piccolina legata sulla schiena della donna. Gli occhioni spalancati della figlia minore hanno stregato un certo numero di passeggeri. Una filiforme signora bionda sta giocherellando con lei, consentendole di acchiapparle vigorosamente il dito inanellato (e ogni volta la faccina della piccola si illumina in un sorriso furbetto). Vari passeggeri in piedi, me compresa, sorridono inebetiti. La bambina è in effetti di una bellezza e vivacità straordinarie.
Comincio a guardare anche gli altri due bambini. La grande, forse poco più piccola di Meryem, siede composta e seria con in grembo la cartella rosa. Il maschietto è spalmato sul petto della madre e ogni tanto pencola in direzione della sorella maggiore.
Tanti pensieri mi si accavallano in testa (e sospendo prontamente i bilanci esistenziali) mentre passo ad osservare la madre. Probabilmente abbastanza giovane, con i capelli neri ben pettinati e legati in una sobria coda di cavallo. Testa prima china sulle mani, appoggiata al sedile davanti. Poi, sentendo la piccola che si agita, alza uno sguardo pieno di apprensione, che poi si rilassa al vedere che la figlia non sta disturbando nessuno, ma anzi si è conquistata la simpatia di molti. Sorride, e una dolcezza stanca illumina il viso largo. Non so nulla di lei, anche se sono portata a immaginare molte cose, chissà quanto fondate.
Certo è che arrivata a Stazione Trastevere si alza, raccoglie senza apparente sforzo i suoi bambini e scende. La guardo allontanarsi dignitosa e composta, la sua maglietta verde scompare tra la folla. Si parla molto di famiglia, di questi tempi. E anche di parità di genere. Però poi alla fine mi chiedo quanti dei discorsi di principio che a molti sembrano così irrinunciabili siano concretamente di sostegno alla famiglia che ho incontrato oggi sul tram.