Se fossi te

“Che vuoi fare da grande, Meryem?” “La pop star”. Siamo in macchina su nel nord e mia figlia con questa risposta mi ricorda che prima di partire abbiamo guardato insieme un altro dei DVD inviatici dalla Universal e, precisamente, Barbie: la principessa e la popstar. Mi era passato di mente, lo confesso. Non sono una appassionata dei film di Barbie, che invece Meryem guarda sempre volentieri. Questo, in particolare, racconta la storia di Barbie-principessa e del suo idolo, la popstar Kiera (Ghira, nella personale versione di mia figlia). Le due si invidiano reciprocamente e, con un tocco di magia di cui entrambe sono provvidenzialmente dotate, si scambiano l’identità per un giorno. E poi tutti cantarono, felici e contenti. In estrema sintesi.

Poi, come vi dicevo nell’altro post, ho comprato a Meryem questo libro, che curiosamente racconta una storia in qualche modo simile: la principessa Bianca, sempre in disordine e monella, scappa e viene molto apprezzata dal re dei draghi; contemporaneamente la draghetta, sgridata dai suoi perché sempre troppo pulita e incipriata, viene accolta con giubilo alla corte umana. Salvo poi realizzare che ciascuno sta meglio a casa sua, per il semplice fatto che comunque alle due figlie manca il proprio papà criticone (e viceversa). La forma in questo caso mi piace di più, rime e disegni rispondenti al mio gusto. Ma il tema è lo stesso, come anche Meryem ha notato (anche se qui la situazione è resa paradossale dalla vistosa differenza, anche di specie, tra le due: “Ma come fa una draga a vivere con gli uomini?”, mi chiedeva Meryem).

Tra i quaranta anni e la fine dell’anno, i bilanci si sprecano. E allora, pensando questo post, mi sono trovata a fare questo gioco: vorrei essere qualcun altro/a, almeno per un giorno? Ricordo che all’università ho desiderato di essere una mia amica più giovane, di nome Francesca, che ai miei occhi incarnava il successo professionale e personale. Recentemente, su Facebook, sono tornata in contatto con una mia compagna di classe delle medie, che era molto graziosa e corteggiata: non dico che all’epoca avrei voluto essere lei, ma certamente, almeno per un po’, avrei voluto non essere proprio me stessa. Anche oggi, a tratti, mi sfiora il pensiero che vorrei essere come qualcuna delle mie splendide amicizie bloggarole. Per non finire male come Paride buonanima, non ne nominerò nessuna in particolare, ma ne ho in mente certamente almeno due o tre (ma anche quattro o cinque). Poi però ci penso meglio e mi rendo conto che davvero ciascuna di noi ha le sue croci, i suoi pesi, i suoi punti di forza e i suoi cedimenti. Che le “fortune” sono frutto di scelte e, perché no, anche di rinunce e che in questa vita niente è gratis. Poi ci si mette anche Facebook, a ricordarmi che questo che sta finendo – che istintivamente avrei definito un anno davvero tosto e amaro – in realtà è stato anche un periodo pieno di belle sorprese, di incontri, di viaggi e di sorrisi. Allora, vi dirò, forse per un giorno mi scambierei solo con mia figlia, per la curiosità di vedere il mondo con i suoi occhi.

E voi? Con chi vi sareste cambiati la vita, per un giorno? E adesso?

6 pensieri riguardo “Se fossi te”

  1. È’ brutto se dico che non mi scambierei con nessuno???? Quello che ho fatto e quello che ho e’ frutto di fatica, sacrifici, dolore e anche di gioia…tanta….va bene così!!!!

  2. Sono tanti i momenti in cui, grazie alla mia risaputa insicurezza, vorrei non essere me. Non qualcun altro, proprio non me. O forse vorrei scambiarmi con una di quelle donne sfrontate, sicure, quelle che sono davvero convinte di essere fighe (non in senso estetico). Poi però penso che quelle donne spesso mi stanno sulle palle (mavà?) e allora dico che mi vado bene così, con tutto il mio carico di insicurezze.
    Ti abbraccio. Tu devi essere tu e basta.
    Paola

  3. Anche a me è successo varie volte di voler essere qualcun altra…però poi mi son sempre ricreduta perchè a queste persone son capitate delle sfighe incredibili e mi sono resa conto che ero felice di essere me stessa. Forse, semplicemente, è la vita che gira e anche a me ne son successe però vederle accadere a quelle persone che credevo “fortunate” mi ha fatto più effetto!

  4. Anche io sono insicura nel profondo, quindi tutte intorno a me sembrano vivere la vita che vorrei. Poi a volte mi fermo e penso che anche la mia in fondo non è male…sono momenti! Anche il mio è stato un anno pesante, sarà quello che mi deprime ancora di più.
    Però è veramente bello desiderare di vivere la vita di mio figlio per un giorno, sicuramente vedrei la vita con occhi disincantati e soprattutto scoprirei se è felice, la cosa che mi preoccupa di più.

  5. Io da adolescente avrei voluto a volte essere un uomo per la maggiore facilità/accettazione sociale di scelte che a me donna nel mio ambiente venivano fatte pagare caro. Per provare con consapevolezza il brivido dei privilegi di genere che non avevo. E per fare a botte come facevo da piccola. Ecco, forse volevo essere il mio compagno di liceo Piero, il ragazzo perfetto. Adesso non so quanto sia costata a lui questa perfezione.
    Questo mi si è sgonfiato completamente il giorno che una mia compagna di casa all’ unioversità disse che a lei sarebbe piaciuto essere uomo per un giorno e passarlo a masturbarsi per vedere l’ effetto che fa. che dire, mi è crollata la bellezza dell’ idea.

  6. Un bellissimo post, come sempre, che mi fa molto riflettere (tra un pacchetto e un nastro, ça va sans dire). E ora che questo anno finisce, è vero che tra il dolore sono in qualche modo maturata ma, come dire, avrei preferito metodologie più soft. 😀

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