La biblioteca

L’universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d’un
numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con
vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse
ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e
inferiori, interminabilmente….

Lo conoscete il racconto “La biblioteca di Babele” di J.L.Borges? Se non lo conoscete lo trovate qui. Mi torna in mente oggi perché è forse uno dei più calzanti esempi di come la biblioteca possa essere metafora dell’universo intero, parabola di come funzionano le cose. Un altro lo ho avuto ieri, all’ultima riunione di interclasse dell’anno scolastico della scuola di mia figlia.

La questione biblioteca ha fatto capolino a intervalli regolari in tutte le riunioni dell’anno. I punti affrontati sono stati, sostanzialmente i seguenti.

Questione 1. Rivestimento degli scaffali in metallo della allestenda biblioteca con fumetti riciclati, secondo la tecnica del découpage. Animati dibattiti sulla modalità di stesura della colla vinilica, sulla supposta  tenuta della decorazione, sulle divergenze rispetto alla modalità di incollamento e di asciugatura tra le  diverse componenti del corpo insegnante.

Questione 2. Acquisto mobilio e, in particolare, apparente impossibilità da parte della segreteria della scuola di utilizzare i fondi stanziati e disponibili per l’acquisto di mobili Ikea come da preventivo. Ikea non accetterebbe bonifici. Questo intoppo è rimasto tale da settembre ad oggi senza essere superato in alcuna maniera. Ingegnose soluzioni creative prevedono di arredare la biblioteca senza gli arredi, utilizzando materassi e tappetoni della sala di psicomotricità non utilizzata.

Comunque ieri è stato trionfalmente annunciato che si è cominciato a tirare fuori i libri dagli scatoloni per selezionare quelli che si possono ancora utilizzare. “E poi forse bisognerà catalogarli”, chiosa una delle maestre promotrici del progetto.

Non vorrei, ma mi scappa una domanda. “Ma c’è un bibliotecario? Qualcuno che si occuperà della biblioteca [e che magari capisce qualcosa rispetto a un suo eventuale funzionamento, ma questo non lo dico]?”. Sguardo interrogativo. Ovviamente se ne occuperanno i maestri, che sanno sì che ci sono “diversi programmi”, ma pensavano di fare una cosa semplice tipo un elenco in excel.

Il nervoso rispetto all’inettitudine amministrativa svanisce come d’incanto. Va da sé che la biblioteca, come molti altri progetti, è destinata a non essere mai in funzione. Più che una previsione è una constatazione.

Perché dico che è una metafora del funzionamento della scuola italiana? Perché si spreca tempo, soldi, parole sui dettagli del come. Peccato che nessuno sembri avere la minima idea del cosa.

3 pensieri riguardo “La biblioteca”

  1. spiace dirlo, ma le cose hanno cominicato a “girare” bene, quando nella scuola primaria di mia figlia sono intervenuti i genitori. come operai, carpentieri, imbianchi. giardinieri…in una giornata (una domenica) sono stati fatti una marea di lavori all’interno e all’esterno della scuola. Ognuno ha portato le sue competenze. E anche dolci e salami per la pausa pranzo 😉 Nonchè raccolta fondi per comprare una porta per il campo da calcio, un tavolo da ping pong e acquisto libri presso la locale libreria (vai lì e scegli un libro da una lista lasciata dalle insegnanti, lo paghi e lo porti a scuola). Qualche anno fa, quando mia figlia era alla scuola dell’infanzia un genitore ha fatto gli scaffali per la libreria.
    Per quanto riguarda i bibliotecari: dovrebbe essercene almeno uno in ogni scuola, ma è già tanto, di questi tempi, se ogni classe ha il suo docente (!!). Per lo meno il prestito funziona: ogni classe ha una sua piccola biblioteca e una volta la settimana i ragazzi si portano a casa dei libri (che le mamme hanno precedentemente rilegato)
    Noi abbiamo la fortuna di avere una splendida biblioteca a pochi passi da casa, raggiungibile in bici e mia figlia oramai ci va da sola.

  2. Non capisco una cosa. Nei paesi, le scuole di solito si appoggiano alla biblioteca locale, tanto meglio se in rete con altre.
    Perché voi, che siete a Roma e avete comunque un sistema bibliotecario ben funzionante, non potete fare altrettanto? I libri già in possesso della scuola potrebbero essere donati alla biblioteca, che potrebbe riservarli in caso di specifica richiesta (penso ad esempio a quando la biblioteca di Motta ha conservato un tot di libri per progetti specifici).
    La faccio troppo semplice?

    1. Le biblioteche del Comune sono ottime, ma non immediatamente accessibili dalla nostra scuola. Il mio municipio non ne ha una e le più vicine richiedono comunque tragitti in auto o in tram. Realisticamente i bambini della classe non potrebbero accedervi se non occasionalmente.

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