Questo più che un post è un messaggio alla me stessa che oggi vede tutto nero. Ogni tanto anche qui nel blog si affaccia un dolore che se ne sta lì, in un angolo, e ogni tanto subdolo riemerge. Lo scrupolo, il rimpianto, la tristezza per il fatto che le mie scelte poco avvedute, sia in campo lavorativo che sentimentale, non potrà che scontarle anche Meryem. Come ogni genitore, vorrei poterle dare tutte le possibilità e le opportunità del mondo. Invece ogni tanto mi scontro contro la realtà dei fatti: ne avrà certamente meno di altri, anche a lei vicini. La matematica non è un’opinione. Avere disponibilità economica, certo, non è sufficiente a fare le scelte giuste. Però non averla rende matematico non poterne fare alcune. Cerco di non pensarci, di fare di necessità virtù, di darmi giustificazioni e spiegazioni più o meno oneste. Però periodicamente ci penso e oggi ci sto pensando maledettamente tanto.
Stamattina ero precipitata in questo ormai familiare buco nero quando sono arrivata con il fiato in gola all’ufficio internazionale del JRS. Dovevo scegliere delle immagini per una pubblicazione e sono letteralmente sprofondata nei file di fotografie. Il primo pensiero è stato di immensa meraviglia e rispetto per l’infinita ricchezza del mondo, davanti a cui qualunque colonialismo appare in tutta la sua meschina piccineria. Dalle verdi colline di Masisi alle sabbiose pianure di Dollo Ado, dalle acque cristalline dell’Afghanistan alle onde grigiastre dell’Oceano indiano, ogni angolo del pianeta pullula di bellezza, naturale e umana.
Poi sono arrivate le immagini dei bambini. Straordinariamente belli, ridenti o struggenti, speranza nel futuro che si fa largo comunque, sotto le tende dei terremotati di Haiti o in un’aula a cielo aperto in Ciad. Il vero potenziale del mondo. Quanti di loro non ne avranno nessuna, di quelle preziose opportunità che mi figuro nella mia testa?
Una volta ho letto che crisi è sentirsi poveri, a prescindere da quello che realmente si possiede. Non dubito che ci sia del vero e che ci si possa sentire molto poveri e molto infelici anche conducendo una vita relativamente agiata. Ma continuo a credere che ogni tanto riportare le sensazioni a valori assoluti faccia bene. Quindi continuerò a pensare che i rimorsi, i rimpianti e soprattutto l’invidia che provo e proverò in futuro non tolgono comunque nulla all’oggettiva fortuna, mia e di Meryem. Per questo stasera guardo mia figlia che sorride e voglio credere che, insieme, cercheremo la felicità senza farci spaventare dall’incertezza.
Bellissimo quello che descrivi e come lo descrivi. Ultimamente, ho gli stessi pensieri.
grazie. oggi è capitata una bella tegola in testa a tutta la famiglia, e questo tuo post mi fa rimettere tutto dentro le giuste proporzioni.
Mi dispiace molto per la tegola, Cinzia. Coraggio!
grazie Chiara!
Se ci confrontiamo con chi crediamo abbia più di noi (in qualsiasi campo), ne usciremo sempre sconfitti. E beffati, se pensiamo che magari noi stessi siamo oggetto di invidia per qualcuno (magari qualcuno che noi stessi invidiamo).
Tutto può essere un’opportunità. Anche avere un po’ più di fame (sempre in senso lato) rispetto a chi si trova la pappa all’altezza della bocca e ha avuto esperienze e occasioni strabilianti.
Anche aver sbagliato può essere un’opportunità: di riparare, di insegnare ai nostri figli a fare la cosa giusta, di guardare dentro noi stessi e capire cos’è importante per noi, di mostrare il coraggio che, se fossimo sole, ci mancherebbe. O che invece ci manca proprio perché non siamo sole.
Io sono mediamente soddisfatta della mia vita, ma mi rendo conto che alcuni aspetti sono armi a doppio taglio, soprattutto perché la loro valenza sarà data da ciò che i miei figli vorranno fare. Da un lato, il fatto che vivano in un ambiente bello e selvaggio, che imparino presto che cosa significa fare agricoltura e che abbiano un certo livello sociale di riferimento mi sembra una grande opportunità. Dall’altro sono quasi certa che la vita che ho scelto per loro ad un certo punto gli andrà stretta: per l’isolamento, per la pochezza culturale della provincia, per la peculiarità dell’ambiente in cui viviamo, per le scelte di frugalità.
Potrei fare diversamente? Avrei potuto di sicuro. L’unica cosa di cui sono sicura è il mio legame con Luca, ma per il resto tutta la mia vita è una serie di bivi in cui chissà se avrò fatto la scelta giusta.
Vista così, ancorandomi ai punti di forza, io sono sicura giusto di un paio di cose: il lavoro finora (in futuro chissà), Roma (sempre finora), il legame tra me e Meryem.
Ogni tanto anche io faccio questi pensieri. Io e mio marito cerchiamo di dare il massimo a nostra figlia in termini di opportunità. Certo, non possiamo darle tutte le opportunità. Credo anche, a dire il vero , che in Italia, ancora (non so per quanto), spetti ai nostri figli il compito di cogliere le opportunità che vengono loro date, qualsiasi siano. E devono , anzitutto, DARSI delle opportunità. Come fanno, volenti o nolenti, i bambini che nascono in zone meno felici della nostra. Noi genitori possiamo sempre arrivare fino a un certo punto. Poi, è giusto che i nostri figli si assumano la responsabilità della propria vita. Ho letto un libro un po’ di tempo fa in cui uno dei personaggi diceva più o meno così: “Ognuno di noi si fabbrica il proprio futuro con le materie prime che ha a portata di mano”. Forse, in questa abilità, sta il segreto di una vita senza rimorsi o rimpianti.
Chiara, è un post bellissimo. Credo che non avere tanti soldi (fermo restando che, come dici, i nostri “non tanti soldi” ci permettono di mangiare abbondantemente ogni giorno, buttare vestiti perché non ci piacciono più, mandare a scuola le nostre figlie, curarci quando ci ammaliamo, etc), dicevo, “non avere soldi” preclude, come dici, delle opportunità: un esempio a caso, a me ha precluso di viaggiare quanto finora avrei voluto. Ma anche avere i soldi preclude opportunità: se avessi avuto soldi non avrei mai fatto couchsurfing o friendsurfing (certo, potenzialmente avrei potuto lo stesso, ma probabilmente non l’avrei fatto), che ho scoperto essere il modo in cui mi piace viaggiare.
Grazie, Valentina. Anche avere i soldi preclude opportunità. Credo sia verissimo e ti ringrazio di avermici fatto pensare.